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La riva del disamore cresce se non si costruisce
il coraggio che unisce le due rive.
Sul lungomare di Torre la luce
incrocia l’ombra tra ciottoli sconnessi
increspata fino al mare.
Chiunque tu sia non parlarmi con parole oscure.
Non c’è vita sulla terra
solo uniformità senza stagioni
mentre il treno corre sempre più veloce
e la notte attraversa il giorno come la luce
dall'alto in verticale.
In altro luogo il foglio si schiude
erompe la parola
chiunque tu sia in questo alfabeto
lascia una traccia nella quale riconoscersi.

© Maria Allo

 Salvatore Pizzo - 09/10/2018 20:16:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Difficili questi tempi, in cui i ponti vengono tagliati ed i muri eretti, riuscire a coglierci le tracce di umanità che riesca ad essere poco più che "oscura"quantomeno nel linguaggio che,sembra farsi,sempre più lontano da qualsiasi senso di solidarietà e comunanza umana...........
Molto apprezzata oltre che letta e riletta...
un saluto

 Rosa Maria Cantatore - 09/10/2018 18:18:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

la traccia- viva e pulsante- l’hai certamente lasciata tu, in questi versi di spessore poetico, assolutamente non comune...

 Laura Turra - 09/10/2018 08:08:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Ti ringrazio, Maria, per questa tua bellissima scrittura. Molto apprezzata.

 Gil - 09/10/2018 06:20:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Molto bella. Efficace la scelta d’"interrompere" il "paesaggio" metafisico, a tratti esistenziale, con quei due nomi: "Torre" e "treno"; un’"interruzione" che dà uno spessore di "carne" al tema della solitudine d’amore o appunto esistenziale.

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